Digitalizzazione:
le
 novità sugli incentivi 

In questo articolo cercheremo di fare chiarezza sui punti di maggiore interesse per le imprese in merito al tema della digitalizzazione, focalizzandoci sulle informazioni principali e sugli incentivi in corso. 

I dati sulla digitalizzazione in Italia 

Il Digital Economy and Society Index (DESI) 2021 ci dice che su 27 Paesi membri dell’Unione Europea l’Italia è 20esima per livello di digitalizzazione complessiva. 

Stima confermata dal Digital Maturity Indexes (DMI) sviluppato dall’Osservatorio Agenda Digitale ma è in 10ma posizione per ‘integrazione delle tecnologie digitali’ da parte delle Imprese. 

Il Governo italiano e le misure per agevolare la transizione digitale 

Se è vero che l’Unione Europea ha tracciato la direzione agli stati membri innescando un meccanismo virtuoso con il Next Generation EU (NGEU), è anche vero che il Governo italiano ha raccolto l’invito con il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) prima, e con tutta una serie di altre misure poi. 

Lo stanziamento complessivo a favore della transizione digitale delle imprese italiane ammonta oggi a circa 19 miliardi di euro e gli incentivi previsti possono essere collegati tra loro, permettendo alle imprese di avere facilitazioni e sgravi su più fronti. 

Al fine di semplificare e snellire il ricorso a tutte le misure di aiuto poste in essere, dal 2 giugno 2022 il Governo italiano ha attivato il portale incentivi.gov.it, un motore di ricerca che ha l’obiettivo di far conoscere a tutti e promuovere gli incentivi finanziati dal Ministero dello sviluppo economico. In una prima fase il portale consente di trovare tutte le misure del Mise in continua interrelazione con il sito stesso del Ministero, mentre in una seconda fase sarà aperto anche alle misure e le sovvenzioni di altre amministrazioni centrali o degli enti territoriali. 

Cosa prevede la Legge di Bilancio 2022 

L’ammodernamento del tessuto produttivo italiano è senza dubbio uno degli obiettivi centrali per il Governo italiano, che con la legge di Bilancio 2022 ha confermato e prolungato i benefici del Bonus Industria 4.0, apportando alcune significative modifiche: 

  • non interviene sulle regole relative ai beni prenotati entro il 31.12.2021 e gli investimenti da effettuarsi nel 2022; 
  • le misure relative al credito di imposta per la formazione 4.0 e l’acquisto di beni ordinari e immateriali 4.0 verranno concluse con l’annualità 2022; 
  • a partire dal 2023 le aliquote di credito di imposta perviste verranno generalmente ridotte, fino ad essere dimezzate per alcune tipologie di beni. 

I benefici: 

  • Vengono innalzate tutte le aliquote di detrazione previste; 
  • Vengono aumentati i massimali di spesa coperti dall’incentivo fiscale; 
  • Vengono accorciati i tempi di fruizione degli incentivi. 

Requisiti richiesti: 

  • Le imprese devono avere strutture produttive ubicate in Italia; 
  • Le imprese devono avere effettuato investimenti in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali. 

Investimenti agevolabili: 

  1. investimenti aventi a oggetto beni “ordinari” diversi da quelli 4.0 
  2. investimenti aventi ad oggetto beni materiali 4.0 ricompresi nell’allegato A della Legge Finanziaria 2017 (per esempio macchine utensili, robot, laser e altri dispositivi purché dotati di alcune caratteristiche tecnologiche).  
  3. investimenti aventi ad oggetto beni immateriali 4.0 funzionali ai processi di trasformazione 4.0 ricompresi nell’allegato B della Legge Finanziaria 2017 (per esempio software di modellazione 3D, applicazioni di realtà virtuale, di industrial analytics con trattamento ed elaborazione di big data provenienti da sensoristica IoT). In questo caso si ha tempo fino a fine 2023, ma le aliquote sono più basse: 
    • 20% del costo, per la quota di investimenti fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 1 milione di euro fino al 31 dicembre 2023 e con finestra al 30 giugno 2024 per ordini accettati dal venditore e pagati con acconto del 20% almeno entro il 31 dicembre 2023. 
    • 15% del costo, per la quota di investimenti fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 1 milione di euro a decorrere dal 1° gennaio al 31 dicembre del 2024, con una finestra fino al 30 giugno 2025 se entro la fine del 2024 l’ordine sia stato accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti di almeno il 20% del costo complessivo. 

L. 91/2022 (conversione del c.d. “Decreto Aiuti”) 

L’articolo 21 del c.d. “Decreto Aiuti”, trasformato definitivamente in Legge il 15 Luglio scorso, prevede che venga incrementata dal 20% al 50% la misura dell’agevolazione prevista per gli investimenti in beni immateriali (vedi punto c sopra) effettuati nell’intero anno 2022 e fino al 30 giugno 2023, laddove l’ordine venga confermato e pagato con acconto del 20% del costo entro il 31/12/2022. 

La piattaforma d-one 

Per un’azienda manufatturiera che vuole essere competitiva sul mercato, il primo passo da compiere è sicuramente quello di scegliere la giusta piattaforma attraverso la quale intraprendere la transizione digitale.  

Il team di Digitalsoft ha esperienza decennale in IT e Supply Chain e la piattaforma d-one è già il perno di processi di digitalizzazione in decine di plant di multinazionali e industrie manufatturiere di varie dimensioni. 

Gli incentivi per l’acquisto della piattaforma cloud d-one sono quelli definiti al punto C “Beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati (software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni)” che sono quindi agevolabili in questi termini: 

  • Dal 2021 al 2023: 20% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di Euro ( che arriva al 50% con l’estensione prevista dal “Decreto aiuti”) 
  • 2024: 15% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di Euro. 
  • 2025: 10% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di Euro. 

Il credito d’imposta può essere esteso fino al 30 giugno 2026 a condizione che entro la data del 31 dicembre 2025 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione. 

Facendo un esempio concreto relativo all’acquisto di beni immateriali 4.0, un investimento sui nostri prodotti può generare un credito d’imposta dall’ 11% fino al 35%, qualora integrato con progetti di razionalizzazione dei processi produttivi e integrazione di nuovi macchinari con soluzioni digitali. 

Il viaggio della transizione tecnologica è davvero la grande sfida dell’imprenditoria italiana.

Quello che le istituzioni nazionali e sovranazionali, impegnandosi con le misure viste in questo articolo, chiedono agli imprenditori è essere capaci di rinnovare i propri business culturalmente e tecnologicamente. 
Contattaci per un confronto e per conoscere tutte le capabilities di d-one.